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Lasciate che se ne vadano (e una “modesta proposta”)

di Felice Mill Colorni

Grande e generale indignazione perché un congruo numero di rappresentanti della nazione in età relativamente verde starebbe meditando di dimettersi prima della fine dell’anno in modo da non perdere il vitalizio minacciato di soppressione o di innalzamento dell’età di godimento. Impegno bipartisan di Franceschini e di quel grande moralizzatore di Cicchitto a respingerne le dimissioni, in modo da sventare il parassitario disegno e assecondare l’ondata antiparlamentare che fa di tutto un cumulo: furti, soprusi, corruzione e illegalità; privilegi, spigole quasi gratis, auto blu e vitalizi baby; indennità e offerte commerciali ricevute da aziende private solo perché i parlamentari rientrano nel loro target.

Per carità, non fermateli. Lasciate che se ne vadano, che sgombrino il campo, che si godano a lungo il vitalizio in famiglia, con mogli, escort, figli, nipotini o cagnolini.

Non solo perché, a differenza di quel che pensa il populismo plebeo, il costo reale della politica è altrove: nell’inettitudine, nella corruzione, negli appalti truccati, negli enti inutili, nelle assunzioni clientelari, nel finanziamento pubblico sardanapalico travestito da rimborso, nei contributi alla finta editoria di partito, nei consigli di amministrazione nominati dalla politica per emolumenti spesso maggiori di quelli dei parlamentari, nelle società miste, nel finto no profit, nelle finte consulenze, ecc. ecc.

Ma soprattutto perché è supremo interesse pubblico che costoro se ne vadano, e al più presto. Tanto più che si tratta di quei parlamentari che, essendo lontani dall’età vitaliziabile, altrimenti potrebbero continuare a far danno ancora per decenni: se il loro interesse per la cosa pubblica è quello dimostrato dall’intenzione di dimettersi per non perdere il vitalizio, costerà sicuramente di meno, molto di meno, anche economicamente, pagarglielo, il vitalizio, piuttosto che tenerseli ancora come rappresentanti della nazione.

Anzi: la loro vicenda ci fa venire in mente una “modesta proposta”. Anziché abolire il vitalizio, sarebbe una buona idea renderne l’entità un po’ superiore a quella dell’indennità parlamentare. Così ci libereremmo di questi “onorevoli”, senza troppe menate, e a un prezzo che rappresenterebbe certamente, anche dal punto di vista economico, un danno assai minore della permanenza in carica o della rielezione di chi sta in Parlamento solo per i quattrini che riesce a spillare ai contribuenti.

 
Dal sito Internet di Critica liberale, 04/12/2011.

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